Il colore è uno dei mezzi più efficaci per il riconoscimento di un'emblema, un logo, uno stemma o un brand. Serve sia per dare una certa riconoscibilità al marchio sia per evocare una determinata sensazione. Ciò è dovuto al fatto che i colori coinvolgono direttamente il sistema nervoso e sono quindi in grado di stimolare delle emozioni. Ritroviamo la tonalità del vinaccia nei seguenti marchi:
Il proverbio è una massima che descrive una regola di vita, un dato dell'esperienza o una credenza. Spesso è in rima o in forma metaforica e al suo interno può fare riferimento ai colori. È possibile trovare il viola, all'interno dei seguenti modi di dire:
"Viola di rabbia"
"Ti faccio viola!"
(Allude alla minaccia di botte con le conseguenti tipiche lividure violacee)
Secondo la tradizione il colore viola è considerato ambiguo, contraddittorio e indecifrabile. Ciò è dovuto al fatto che il viola nasce dalla stabilità del blu e dall'energia del rosso. Trasmette quindi, una sensazione di poca chiarezza sull'identità rappresentata.
Si usa dire che l'Inferno è rosso, il Purgatorio viola e il Paradiso blu. Così come il Purgatorio è il passaggio tra Inferno e Paradiso, così il viola rappresenta la mediazione tra rosso e blu ed è visto come il colore della penitenza.
Il viola viene anche considerato come la porta dell'Aldilà, è visto come il colore tradizionale sia della mistica sia dei paramenti funebri, entrambi comunicano l'idea di passaggio ad un'altra dimensione, di sintesi della vita (rosso) e della morte (blu). Dal punto di vista esoterico rappresenta la sospensione apparente della vita, vista come pausa tra un'esistenza e l'altra nella ruota delle rinascite. Si ha un percorso circolare in cui i due estremi della scala cromatica entrano in contatto generando il viola.
Il viola rimanda anche alla magia, all'occulto, all'arcano, al mondo dei sogni e della fantasia. Lo si può ricollegare anche alla nobiltà, alla saggezza e all'umiltà.
In fatto di scaramanzia c'è l'idea che, a teatro, il viola porti sfortuna. In particolare sono vietati tutti gli abiti di scena di questo colore ma è anche sconsigliato avvicinarsi alla sala con indosso un elemento di abbigliamento di questa tinta. Sono vietate tutte le sfumature, dal vinaccia al lilla.
Questa tradizione arriva dal Medioevo quando, in Quaresima, gli ecclesiastici erano soliti indossare paramenti sacri viola ed interrompere ogni rappresentazione teatrale e spettacolo pubblico. Gli attori ed i giullari erano costretti ad uno stop forzato e, per chi viveva di arte, diventava un problema la sola sopravvivenza. Il viola in teatro è associato alla malasorte.
In passato il Teatro Regio di Torino ha visto numerosi artisti, tra cui Luciano Pavarotti, rinunciare ad esibirsi per via del soffitto viola.
Nei film possiamo ritrovare il color vinaccia come parte integrante del titolo, componente della palette o come elemento caratterizzante di un personaggio. Ciò accade nelle seguenti pellicole:
Crimson Peak di Guillermo del Toro: è un film horror ambientato tra l'America e l'Inghilterra dell'ottocento con protagonisti Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Tom Hiddleston e Charlie Hunnan. Il termine Crimson può essere tradotto come color vinaccia o cremisi, la tinta usata al posto del rosso negli scenari fantasy.
Il verdetto di Sidney Lumet: film drammatico con Jack Warden, James Mason, Paul Newman, Edward Binns, Charlotte Rampling, tratto dall'omonimo romanzo di Barry Reed. Il regista, dopo aver visto una mostra di Caravaggio al Metropolitan, decise che il film dovesse essere autunnale come nelle opere del pittore. Stabilì che gli elementi di sfondo, come ad esempio un mobile o un
divano, dovessero essere delle tonalità del vinaccia per sottolineare ed unificare la
storia in modo implicito. Questa decisione salta all' occhio anche nel trailer
in cui compare sia un divano color borgogna che una bottiglia di ketchup su di
un tavolo.
The wolf of wall street di Martin Scorsese: film con Leonardo di Caprio, Jonah Hill, Matthew McConaughey e Margot Robbie. Si ispira alla storia di Jordan Belfort, un broker newyorkese. Troviamo il color vinaccia nella palette della pellicola.
2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick: è un film di fantascienza ispirato dall'omonimo romanzo. Ritroviamo il vinaccia nella palette.
Schindler's list di Steven Spielberg: film dedicato al tema della shoah con Liam Neeson, Ben Kingsley e Ralph Fiennes. Il color vinaccia è presente nella palette.
Will hunting-Genio ribelle di Gus Van Sant: film drammatico con Matt Damon, Robin Williams, Ben Affleck, Stellan Skarsgard e Minnie Driver. Possiamo ritrovare la nostra tonalità nella palette.
Una prima definizione tecnica del color vinaccia è rintracciabile nel testo "Recueil des règlements généraux et particuliers concernant les manufactures et fabriques du royaume" (Parigi, 1720) in cui si dice:
Il color vinaccia viene utilizzato anche in mineralogia, compare di frequente nella sezione "Histoire naturelle. Minéralogie" dell' "Encyclopédie" di Diderot (1751). Per esempio, nell' "Erratum. Page 45, ligne 29" troviamo:
Diversi sono i minerali color vinaccia. L'eritrite è uno di questi. In Italia è possibile trovarla nelle Valli di Lanzo, in provincia di Como, in Trentino-Alto Adige, all'isola dell'Elba, in provincia di Cagliari e di Messina. Un altro esempio è la vesuvianite manganifera rosa violacea, tipica della provincia del Quebec in Canada.
Eritrite
Vesuvianite
In gemmologia, il rubino, è la gemma più preziosa dopo il diamante. E' caratterizzato da una colorazione rossa, dai toni vivaci, ma è possibile trovarlo rosato o color vinaccia. Si presenta brillante ed estremamente duro. I rubini più pregiati e rari sono quelli di colore rosso vivo e caratterizzati da grande chiarezza. Generalmente presentano delle incursioni all'interno, per cui spesso si presentano opachi. I rubini opachi e con asterismo restano comunque molto preziosi. Per far risaltare il fenomeno ottico vengono tagliati a cabochon. Il rubino è conosciuto da migliaia di anni e generalmente è utilizzati per abbellire corone e scettri.
Rubino
In medicina, l'angioma, comunemente noto come "voglia del vino", è un tumore benigno che può originarsi da cellule dell'endotelio e dell'epitelio dei vasi sanguigni e linfatici e da cellule dei tessuti limitrofi dei vari tipi di vasi. Si manifesta in prossimità della superficie della pelle, ma possono essere presenti anche in organi interni, come macchie violacee o color vinaccia. Solitamente non creano problemi e non vengono rimossi se non per ragioni estetiche. Solo in alcuni casi sono sintomo di una grave patologia di base. Un esempio è l'angioma del fegato causato dalla cirrosi epatica.
Speak softly, love
And hold me warm against your heart
I feel your words
The tender trembling moments start
We're in a world, our very own
Sharing a love that only few have ever known
Wine-colored days warmed by the sun
Deep velvet nights when we are one
Speak softly, love
So no one hears us but the sky
The vows of love
We make will live until we die
My life is yours and all because
You came into my world with love so softly love
Wine-colored days warmed by the sun
Deep velvet nights when we are one
Speak softly, love
So no one hears us but the sky
The vows of love we make will live until we die
My life is yours and all because
You came into my world with love so softly love
Tradizionalmente il viola rappresenta la spiritualità, l'unione degli opposti e la suggestionabilità. E' il colore dell'arte, della fantasia, del sogno, dell'altruismo e della guarigione. E' sinonimo di dignità e nobiltà, intelligenza, prudenza, umiltà e saggezza.
Nell’Odissea ritroviamo le tonalità del vinaccia nei versi “[…]navigando
sul mare color del vino verso genti straniere[…]” (Odissea, I, 183) e in “Ieri,
al ventesimo giorno, scampai al mare color del vino” (Odissea, IV, 170) in cui Omero descrive il Mar Mediterraneo.
Nella cultura greca Dionisio è il dio del vino. È legato alla pianta della vite, alla vendemmia e al vino e all'edera. Infatti alcuni tipi di questo arbusto venivano fatti macerare nel vino. I suoi simboli sono il sacro Tirso, un bastone con attorcigliati pampini ed edera, e il kantharos, una coppa per bere. L'edera ha una forma che può ricordare quella della vite, per questo, a volte le veniva attribuito l'appellativo oinôps o oinōpós che significa "color del vino", ad indicare l'appartenenza a Dionisio, dio del vino.